top of page
Ancora 1

Storia

Il Comitato Italiano Paralimpico (acronimo “CIP”), federazione del CONI dal 1987, è l’ente individuato dal Legislatore con la Legge nr. 189 del 15 luglio 2003 quale responsabile dello svolgimento della pratica sportiva da parte della popolazione disabile nel nostro Paese, a qualunque livello e per qualsiasi tipologia di disabilità. Come tale è deputato a riconoscere e coordinare le federazioni, le organizzazioni e le discipline sportive riconosciute in ambito internazionale, e comunque operanti sul territorio nazionale, che curano prevalentemente l’attività sportiva per disabili.

La legge ha così riconosciuto la valenza sociale di questo organismo, che mira a garantire il diritto allo sport in tutte le sue espressioni “promuovendo la massima diffusione della pratica sportiva per disabili in ogni fascia di età e di popolazione” affinché ciascun disabile abbia l’opportunità di migliorare il proprio benessere e di trovare una giusta dimensione  nel vivere civile proprio attraverso lo sport quale strumento di recupero, di crescita culturale e fisica nonché di educazione dell’individuo disabile e non.

Il Comitato Italiano Paralimpico è membro effettivo dell’ International Paralympic Committee (acronimo IPC), massimo organismo mondiale dello sport per disabili, deputato dal CIO a gestire le “Paraolimpiadi”, il più grande evento sportivo internazionale per disabili che si svolge ogni quattro anni a ridosso dell’evento olimpico.

L'organizzazione strutturale che il Comitato Italiano Paralimpico si è dato al momento della sua nascita, attraverso la creazione di 9 diversi Dipartimenti Sportivi dotati di autonomia tecnico-organizzativa nell'ambito delle discipline sportive di propria competenza ha consentito, negli ultimi 4 anni, d'incrementare in modo esponenziale le attività organizzate per ciascuna disciplina sportiva ottenendo, in molti casi, una crescita quantitativa e qualitativa del movimento e conseguente innalzamento tecnico complessivo.
E' vero, tuttavia, che nel corso di questi ultimi anni molti nuovi fattori sono intervenuti modificando di fatto il substrato politico ed organizzativo sul quale è stato fondato il CIP.

Tali avvenimenti ci portano a dover prefigurare per il prossimo futuro un quadro di riferimento in evoluzione per il movimento paralimpico e ad immaginare, dunque,un contesto organizzativo rinnovato e flessibile che sappia far propri i cambiamenti ed adeguarsi alla nuova realtà.
Nel corso degli ultimi quattro anni l'IPC ha, di fatto, dato una forte accelerazione al processo di trasformazione delle discipline da esso riconosciute ed in particolare relativamente all'organo di governo delle stesse.

Esistono, infatti, a livello internazionale 3 diversi organi di governo che “gestiscono” le discipline paralimpiche.
Da una parte c'è lo stesso IPC sotto il cui ombrello vengono governate le seguenti discipline paralimpche.
Da una parte c'è lo stesso IPC sotto il cui ombrello vengono governate le seguenti discipline sportive sportive:

  • Sci Apino-Sci Nordico-Biathlon-Ice Sledge Hockey-Atletica Leggera-Tiro a Segno-Nuoto-Tennis Tavolo

Esistono poi gli IODS (International Organizations of Sports for Disabled) che governano le seguenti discipline sportive (praticate in Italia):

  • Torball – Goalball – Judo – Calcio a 5 B1 e B2/3 (IBSA)

  • Scherma in Carrozzina (IWAS)

  • discipline sportive della disabilità intellettiva e relazionale (INAS-FID)

Esistono, infine, le IFS (International Federations o Sport) sotto il cui ombrello vengono governate le seguenti discipline sportive (praticate in Italia) e che, ad eccezione della pallacanestro corrispondono alle Federazioni Sportive Internazionali per normodotati:

  • Pallacanestro in Carrozzina (IWBF – International Wheelchair Basket Federation)

  • Vela (IFDS – International Federation for Disabled Sailing che fa parte, comunque, dell'ISF – International Sailing Federation)

  • Tennis in Carrozzina (ITF – International Tennis Federation)

  • Canottaggio (FISA – Fédération Internationale des Sociétés d'Aviron)

  • Ciclismo (UCI – Unione Cyclistique Internationale)

  • Equitazione (FIE – Fédération Internationale d'Equitation)

  • Curling in Carrozzina (WCF – World Curling Federation)

e prossimamente anche il Tiro con l'arco ( FITA – Fédération Internationale de Tir a l'Arc) ed il Tennis Tavolo (FITET – International Table Tennis Federation).

Ciascuna di queste federazioni internazionali, così come gli IOSD e l'IPC, relativamente alle discipline di propria competenza, ha una completa autonomia dal punto di vista tecnico-organizzativo. Ciò sifìgnifica che compete loro l'organizzazione dei rispettivi Campionati Continentali e Mondiali così come di tutti gli altri eventi previsti e che sono dotati di una propria ed autonoma struttura per quanto attiene le classificazioni ed addirittura l'anti-doping.

L'IPC mantiene, ovviamente, (così come fa il CIO), la competenza esclusiva relativamente all'organizzazione e gestione dei Giochi Paralimpici.
L'obiettivo a lungo termine assolutamente non velato ed anzi espresso chiaramente in sede internazionale è quello di accelerare il processo di autonomia di ciascuna disciplina sportiva facente parte del programma paralimpico riconoscendo, per ciascuna di essa, una spercifica ed autonoma organizzazione internazionale datata di forza gestionale, politica ma soprattutto finanziaria necessaria per far sviluppare, qualitativamente e quantitativamente le singole discipline.
E non è certamente un caso episodico ma la chiara manifestazione di una precisa volontà politica quello di voler percorrere questo processo di sviluppo dell'autonomia degli sport ricercando, laddove possibile e ce ne siano le condizioni, degli accordi di collaborazione con le federazioni Internazionali per normodotati con l'obiettivo di far riconoscere tra le loro discipline ufficiali anche quelle per disabili.

A livello nazionale l'organizzazione del CIP in 9 dipartimenti se da un lato ha determinato, come detto in premessa un enorme sviluppo delle attività ed una crescita complessiva del nostro movimento, dall'altra parte ha portato ad un'eccessiva frammentazione organizzativa dovuta in alcuni casi dall'associazione di discipline con caratteristiche sportive ed organizzative molto distanti tra loro che hanno determinato, in alcuni casi manifeste criticità di gestione.

E' noto, a tal proposito, come l'eccessiva frammentazione, soprattutto se non giustificata da un adeguato numero d società ed atleti tesserati, possa determinare un appesantimento complessivo del sistema organizzativo centrale ed una maggiore dispersione delle informazioni causa primaria di una non sempre efficiente comunicazione sia interna che esterna.

Con il nuovo quadriennio dunque è opportuno, tenendo conto dei punti di forza ma soprattutto di quelli di debolezza evidenziatesi nella gestione dei dipartimenti, ridefinire un nuovo modello organizzativo-gestionale del CIP che, nel rispetto dei principi base che hanno caratterizzato la nascita del CIP e con la volontà di non addivenire a stravolgimenti dell'impianto organizzativo generale (che ha dimostrato comunque la sua validità) deve essere contraddistinto da:
1- Maggiore autonomia gestionale di alcuni dipartimenti;
2- Rivisitazione del processo di accorpamento delle discipline in seno ai dipartimenti;
3- Maggiore impulso al processo di avvicinamento al modello organizzativo internazionale.
Durante il quadriennio alcune dei dipartimenti più di altri hanno manifestato complessità organizzative differenziate e dunque tali da rendere opportuna, per il prossimo quadriennio, l'attribuzione di una maggiore autonomia nella gestione delle attività ad esse delegate.
Tra queste la Pallacanestro in Carrozzina, il Dipartimento degli Sport dell'acqua, il Dipartimento degli Sport Invernali.
Il primo a subire una trasformazione sarà il Dipartimento DIR che assume un ruolo del tutto particolare nella galassia del movimento.
Il fatto di vedere racchiusa in un unico organismo l'intera disabilità intellettivae relazionale oltre alle entità dei numeri da esso rappresentato (circa 350 società sportive e oltre 5000 atleti tesserati) rende di fatto il DIR un dipartimento con caratteristiche del tutto particolari. A rafforzare le prerogative del DIR quale Dipartimento caratterizzato da una sua tipicità è, inoltre la considerazione che è l'unico dipartimento che non ha al momento al suo interno discipline paralimpiche e che indirizza la maggior parte dei suoi interventi verso l'attività di carattere promozionale fatta eccezione per le iniziative agonistiche finalizzate alla partecipazione agli eventi internazionali organizzati in ambito INAS-FID.

Queste analisi impongono una presa di coscienza da parte del CIP che, come detto,ritiene opportuno addivenire, nel corso del prossimo quadriennio, ad un nuovo modello organizzativo che coinvolgerà inizialmente solo i dipartimenti sopra menzionati ma, progressivamente, anche gli altri ed è indirizzato ad una loro completa autonomia gestionale al fine di rispondere in modo più immediato, appropriato e flessibile alle richieste ed esigenze provenienti dai propri utenti. Tutto ciò si traduce nella trasformazione dei dipartimenti nella nuova veste di Federazioni Sportive Paralimpiche. Naturalmente, tale trasformazione, considerate le diverse caratteristiche strutturali ei dipartimenti, avverrà con tempistica differente.

Il primo dipartimento appunto ad essere trasformato sarà il Dipartimento 9 per il quale già esistono i presupposti di ordine quantitativo e qualitativo per ottenere una completa autonomia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che il 3% della popolazione mondiale - circa 180 milioni di persone – è portatrice di disabilità intellettiva e relazionale, che può essere definita “un funzionamento intellettivo generale significativamente sotto la media, il quale determina o si associa a difficoltà di adattamento e/o difetti di prestazione che si manifestano inizialmente durante il periodo evolutivo. A vario titolo sono state censite oltre 350 cause che lo determinano: da anomalie genetiche, quali ad esempio la sindrome di down, a traumi postnatali. Più specificatamente sono stati classificati con “disabilità lieve” il 60% dei soggetti, con “disabilità moderata” il 30% e con “disabilità profonda” il 10%.
Tutto ciò si traduce in ambito sportivo in significative limitazioni alla pratica delle varie discipline; di qui la necessità di valutare quanto la disabilità ne condizioni l’apprendimento, lo svolgimento, la prestazione (classificazione degli atleti).

Il principio base che contraddistingue lo sport per disabili intellettivi e relazionali in ambito CIP è quello di “pratica sportiva normalizzata”. Le persone con disabilità intellettiva e relazionale sono membri a pieno titolo della società e come tali soggetti ai medesimi diritti, opportunità e regole degli altri. Non sono persone “speciali” ma hanno soltanto specifiche necessità. Nello sport hanno quindi il diritto a partecipare a loro piacimento e al livello tecnico che si propongono di raggiungere in competizioni a carattere locale, nazionale ed internazionale.
Per consentire la pratica applicazione di questi principi, il CIP ha codificato due livelli di partecipazione ai propri eventi: promozionale (sport adattato) e agonistico, che compendiano un percorso sportivo dell’atleta nel quale gli è possibile, in ogni momento della sua vita, trovare la propria collocazione ideale.

Va premesso che la federazione internazionale che presiede lo sport praticato da atleti con disabilità intellettiva e relazionale INAS-FID, alla quale aderiscono 87 paesi, destina in prevalenza la sua attività ai soggetti con “deficit lieve”, che hanno genericamente un quoziente intellettivo inferiore a 75. Solo recentemente è stata introdotta una categoria specifica per gli atleti “down” (classe 21) in considerazione  della loro specificità, facilmente diagnosticabile, e in ossequio al principio I.P.C. che le competizioni tra disabili devono essere omogenee, cioè effettuate tra atleti aventi le medesime caratteristiche psico-fisiche.

Le discipline ufficiali praticate in ambito Inas-Fid  sono 12: atletica leggera, nuoto, calcio, tennis, tennis tavolo, pallacanestro, sci alpino, sci nordico, judo, ciclismo, canottaggio e equitazione.
I regolamenti tecnici delle discipline sono quelli ufficiali, sanciti dalle federazioni internazionali di disciplina (FIBA, FINA, IAAF, ecc.) con pochissimi adattamenti.

L’attività ufficiale Inas-Fid si compendia attualmente in campionati continentali, mondiali e, ogni quattro anni (l’anno successivo a quello delle Paraolimpiadi) nei “Global Games”. Da Londra 2012 gli atleti con disabilità intellettiva e relazionale verranno ammessi ai Giochi Paralimpici.

La trasformazione è avvenuta contestualmente all'assemblea elettiva del CIP il 22 febbraio 2009 dopo che, il 29 novembre 2008, ne era stato approvato lo Statuto.
Primo Presidente della prima Federazione Sportiva Paralimpica è Marco Borzacchini già presidente del Dipartimento 9 del CIP.

bottom of page